Biometano liquefatto partendo dal biogas di bassa qualità da discarica

Anche in Italia si farà BioGNL da rifiuti. La prima realizzazione nel nostro paese spetterà all’azienda del bresciano Biogasmetano srl, partner tecnologico del progetto, che è riuscita ad aggiudicarsi la fornitura di un impianto che produrrà Biometano Liquefatto (BioGNL) partendo dal biogas di bassa qualità proveniente da discarica di RSU.

La costruzione dell’impianto richiederà quasi un anno di lavorazione. Sarà realizzato presso la discarica Indeco di Latina del gruppo Green Thesis, proprietario anche dell’inceneritore REA di Dalmine, e sarà in grado di trattare circa 600 Nm3/h di biogas al 40% di CH4 che diventano circa 140 kg/h di GNL dopo il processo di purificazione e compressione.

La particolarità del progetto, sta proprio nel fatto che per la prima volta in Italia un impianto di Upgrading biogas viene realizzato su un biogas “povero di metano” non più utilizzabile ai fini energetici per la cogenerazione nei motori endotermici, essendo in questo caso prelevato da lotti chiusi e in fase di esaurimento.

Un biogas povero di metano (CH4) significa anche un’alta concentrazione di contaminanti da rimuovere e in questo caso sono stati considerati il 20% di azoto più il 3% di ossigeno come punto di lavoro, valori che per gli addetti del settore, significano la quasi impossibilità di rimozione entro i parametri richiesti dalla sezione di liquefazione in GNL.

Questo risultato è stato ottenuto tramite la tecnologia messa in campo dalla società canadese Airscience che avendo già realizzato diverse applicazioni simili all’estero, Nord America e Asia in particolare (nella foto un impianto simile su discarica in Texas), ha considerato questo non un progetto sperimentale ma un “lavoro sul tema”, andando ad adeguare quanto già sviluppato in precedenza.

Biogasmetano è stato scelto come costruttore di riferimento Italiano per realizzare su licenza l’impianto e garantire il futuro servizio di manutenzione pluriennale.

Sulla specificità del progetto (a destra un rendering della configurazione dell’impianto), si evidenzia che non viene sottratto biogas alla tradizionale cogenerazione, ma si usa il biogas non idoneo ad alimentare i cogeneratori per mancanza di metano; ciò apre un ampio mercato e nuove opportunità in tutte quelle discariche in fase di esaurimento dove il biogas avrebbe come unica destinazione la combustione in torcia.

Andando ancora più nello specifico, va sottolineato come la liquefazione del gas sia fatta con sistema criogenico (raffredendo il gas sino a -140 °C) senza necessità di iniettare azoto in quanto questo viene recuperato da quello separato dal biogas, ad ulteriore prova di un ciclo completamente chiuso e virtuoso.

Con la tecnologia utilizzata in questo progetto l’azienda ritiene di aver elevato al cubo l’economia circolare e la valorizzazione di un rifiuto in quanto contemporaneamente viene garantito:

  • Utilizzo del solo biogas provieniente da rifiuti e non da biomasse coltivate
  • Utilizzo del biogas non più idoneo all’alimentazione dei cogeneratori per la produzione di energia elettrica
  • Valorizzazione del biogas normalmente non recuperabile ai fini enegetici destinato alla comustione in torcia

Questa commessa impatta anche dal punto di vista occupazionale in quanto, sia come addetti in azienda che come sub-fornitori, sarà necessario un incremento significativo degli addetti. Altre due progetti simili sono già in fase avanzata di definizione.

FONTE: www.qualenergia.it